mercoledì 16 giugno 2010
APPROFONDIMENTO: comunicazione istituzionale. La Feltrinelli.
sabato 12 giugno 2010
ULTIMA LEZIONE: assenza...
SESTA LEZIONE: comunicazione politica.
Non a caso solo chi, nella storia, si è circondato di queste figure ha potuto vincere!
Stati Uniti. Nell'ultima battaglia per le presidenziali Barack Obama ha vinto superando il repubblicano John McCain, grazie soprattutto all'importanza data durante la campagna elettorale alla Comunicazione. L'attuale presidente degli USA viene spesso indicato come colui che ha cambiato ed innovato il modo di fare politica, ma non tutti sanno che dietro di lui ci sono centinai di collaboratori e professionisti: consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici, spie, ecc. e fra questi anche un ex-manager di Google. Citiamo poi una figura professionale nata con il web, il web-watcher, ovvero colui che controlla il web e tutte le informazioni che attraverso di esso raggiungono il grande publico degli utenti, questi "controllori del web" sono utilissimi per arginare le eventuali notizie anti-presidenziali e magari rivolgerle a suo favore. Tutti questi collaboratori insieme hanno saputo leggere il paese e rivolgere verso ogni loro diversità le attenzioni del candidato Obama per averne poi, certo, il voto. Ciò che ha caratterizzato tutta la campagna? Complicità, semplicità e trasparenza: più informazioni di me (e delle mie idee) ti dò, più informazioni potrò avere da te e su di te! E in base a tutte queste informazioni modellare, modificare la mia comunicazione.
Francia. Nicolas Sarkozy, attuale presidente francese, ha saputo anch'egli usare la rete a suo vantaggio durante la campagna elettorale, che lo ha portato all'Eliseo con un indice di gradimento pari al 70%. Tuttavia, una volta eletto non saputo sfruttare pienamente ciò che il suo staff aveva creato: la percentuale di gradimento è addirittura scesa al 27%. Insomma, quello che il presidente Sarkozy ha tralasciato è l'importanza, potremmo dire vitale della comunicazione, per chi come lui è un politico. Un errore imperdonabile, che gli è costato moltissimo!
Italia. Ma veniamo a noi. Ormai abbiamo capito che la logica comunicativa viene prima di ogni logica politica, ma forse chi ci governa non se n'è ancora accorto! In Italia le figure professionali citate sopra mancano del tutto, e non di certo perchè non possediamo le strutture e le capacità tecniche necessarie. Semplicemente, qui da noi si dà ancora troppa poca importanza al fattore comunicazione: invece di studiare e prendere spunto dagli esempi più brillanti e vincenti nel campo della comunicazione politica, rimaniamo immersi nel caos più totale! La comunicazione politica è davvero vincente quando è coltivata, è infatti impossibile riuscire a mantenere alto l'inidice di gradimento popolare per lungo tempo. Perchè la comunicazione di centro destra risulta più vincente, rispetto alla comunicazione di centro sinistra? E' molto semplice: il centro destra è stato in grado di creare messaggi positivi, che fanno leva sull'emotività, a volte ripetitivi e ridondanti, ma semplici e chiari, comprensibili ai più. Il centro sinistra, invece, con la volontà di informare gli elettori ha creato messaggi molteplici, ma troppo carichi di informazioni e soprattutto confusi, a volte addirittura contrastanti. Il chè non solo ha allontanato gli italiani, ma soprattutto ha agevolato il lavoro del governo, che grazie ad una migliore comunicazione ha saputo coinvolgere i più. Una comunicazione troppo autoreferenziale (sx) si è così scontrata con una comunicazione suadente ed efficiente.
Quali sono allora queste figure professionali. Vediamone alcune.
1. Portavoce: sono i delegati del leader, del quale riferiscono opioni e posizioni.
2. Spin Doctor: sono i consiglieri, il loro lavoro consiste nell'analizzare i comportamenti degli avversari, per capirne i movimenti e poter consigliare di conseguenza come è meglio muoversi.
3. Staff di comunicazione: mantiene i rapporti con i diversi mezzi di comunicazione.
Questi appena citati sono gli "strumenti" di mediazione, con le nuove tecnologie tutto salta. Il lavoro di mediazione non è più necessario, ma quindi viene al contempo a mancare la gestione della comunicazione: il candidato potrà usufruire egli stesso del mezzo internet, ma dovrà fare grande attenzione, qui ci sono maggiori rischi di fare brutte figure e basta poco per essere insultati. La "cultura della rete" non è ancora sufficientemente diffusa in Italia, questo vuol dire che siamo un pò indietro rispetto ad altri paesi, ma significa anche che abbiamo molto margine di miglioramento.
venerdì 28 maggio 2010
QUINTA LEZIONE: assenza...
DIRITTO D'AUTORE
QUARTA LEZIONE: informazione, gratuita o a pagamento?
Internet deve essere gratuito e a disposizione di tutti. Ma cosa ne pensate dei contenuti editoriali, devono essere gratuiti o a pagamento? Questo è uno dei grandi temi che negli ultimi anni sta coinvolgendo il mondo dell’editoria, e non solo. La diffusione sempre maggiore di internet, ha fatto si che sempre più persone si informino attraverso il web: quotidiani on-line, blog, social network, ecc. qualsiasi informazione è ormai reperibili sul web. Questo afflusso enorme di notizie, tuttavia lavora a discapito di quelle stesse testate giornalistiche che non solo hanno un loro sito internet, ma di cui è possibile reperire anche la versione cartacea. Il problema maggiore, infatti, è dei giornali che vedono sempre più diminuire le loro vendite. Ai giornali si aggiungono poi le case editrici: l’arrivo dei nuovissimi eBook, nonché dei loro supporti gli eReader (vedi definizione nella sezione Glossario), hanno dato un nuovo colpo al settore già in crisi dell’editoria. Insomma, a ragione possiamo dire che con il web tutto ciò che è cartaceo vede diminuire notevolmente la sua rilevanza. La necessità e la volontà di mantenere in vita un settore molto importante come quello dell’informazione, ha reso fondamentale riflettere su questo argomento: rendere, o no, a pagamento le notizie reperibili on-line? L’utente del web che c’è in ognuno di noi direbbe “NO!” a gran voce. Certo, dopo che ci si è abituati a sfruttare dei servizi in modo totalmente gratuito, è difficile pensare che le persone si adeguino a vederli diventare a pagamento. Bisogna poi pensare che, filosoficamente parlando, spazio e tempo (cioè ciò su cui in parte si basa il web) sono gratuiti, per cui la maggior parte delle opinioni va proprio in questa direzione, cioè in quella della gratuità. Idea concettualmente giusta, ma difficilmente applicabile. Anzi, possiamo dire che per chi lavora nel campo dell’editoria è un vero e proprio suicidio! Costa troppo realizzare un giornale per poter pensare di non far pagare le notizie on-line, nessuno con il passare del tempo comprerebbe più quotidiani e periodici. Già nel mondo sono stati fatti alcuni passi in questa direzione: prima o poi, con un processo più o meno lento nei diversi paesi, anche le news sul web verranno rese a pagamento. Del resto, riflettendo dal punto di vista del giornalista (ma si può estendere il discorso anche a scrittori e artisti), se egli è consapevole che il suo contributo editoriale non verrà pagato, perché dovrebbe impegnarsi per realizzare un articolo con
Tutt’oggi non esiste per il web un modello giornalistico ben definito: troppa è ancora la confusione e troppe sono ancora le informazioni prodotte, il principio della gratuità del resto fa si che nessuno (giornalista o semplice utente) si risparmi nel fornirle, a discapito ancora una volta del contenuto. Ma i primi a sbagliare sono stati gli stessi editori: la corsa all’informazione dei i primi anni del web dettata dall’unica volontà di anticipare i giornali concorrenti, ha dato troppa libertà, che col tempo si è trasformata in quel flusso enorme di informazione che oggi ci travolge.
mercoledì 5 maggio 2010
Società di Rilevazione on-line: AUDIWEB.it
"Audiweb pubblica i dati di audience online del mese di marzo 2010, distribuendo agli operatori il planning database, con la stima dell’utilizzo di internet da casa, ufficio e altri luoghi da parte degli individui italiani di età compresa fra 2 e 74 anni.
Nel mese di marzo 2010 risultano 23 milioni gli utenti attivi, con un incremento dell’11,5%
rispetto allo stesso mese del 2009. 11,6 milioni gli utenti attivi nel giorno medio, con 1 ora e 38 minuti di tempo speso online quotidianamente e 180 pagine viste per persona. Rispetto al mese di marzo 2009, gli utenti attivi aumentano del 16,3% nel giorno medio e crescono sia le pagine viste, con un incremento del 12,4% rispetto al marzo 2009 (160 pagina viste per persona nel giorno medio), sia il tempo speso online per persona che aumenta del 4,3% (1 ora e 34 minuti, marzo 2009)."
sabato 1 maggio 2010
TERZA LEZIONE: giornali on-line e loro cambiamenti.
Le lezioni di Informatica continuano. Durante il nostro terzo incontro abbiamo parlato di giornalismo on-line ed in particolare del cambiamento grafico, ma non solo, di Repubblica.it (si veda il post precedente).
1. Giornali on-line.
La versione on-line di un quotidiano o periodico pur cercando di aumentare il numero dei propri lettori / utenti, deve allo stesso tempo fare in modo di non penalizzarne la versione cartacea. Nonostante questa premessa però i giornali su carta hanno subito negli ultimi anni notevoli perdite, dovute non solo alla diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione (in particolare internet), ma anche più recentemente alla grave crisi economica che ha colpito il mondo intero. E su tutti sono le testate nazionali ad aver perso di più: i lettori di quotidiani di fronte alla scelta locale o nazionale, preferiranno quasi sempre il primo.
2. Statistiche e analisi per la profilatura dell’utente.
Con l’arrivo del web è stato possibile ampliare gli studi relativi al “profilo dell’utente”. Oggi raccogliere i dati di audience on-line (siti visitati, link cliccati, pagine su cui ci si sofferma più tempo, immagini che piacciono o meno, ecc.) è sempre più semplice grazie a sistemi per la rilevazione e diffusione dei dati relativi alla fruizione dei media on-line. Queste informazioni, poi, vengono abilmente utilizzate per la realizzazione di statistiche e analisi di mercato sempre più efficaci, che vengono sfruttate da associazioni di editori, agenzie di comunicazione, aziende che investono in pubblicità, ecc. Niente di nuovo insomma, il mercato la fa ancora da padrona. Ma in realtà molto è cambiato dai semplici sondaggi che si facevano un tempo, magari attraverso brevi interviste faccia a faccia o coupon da compilare e rispedire. Oggi con la diffusione del web si può seguire ogni nostra “traccia” e quindi ricostruire i nostri “spostamenti” e ogni nostra abitudine. Certo la privacy si è ridotta al minimo, ma tutto ciò è ormai diventato consuetudine.
3. Repubblica.it
Che cosa spinge il quotidiano on-line più letto d’Italia a cambiare “veste”? Nel caso di Repubblica c’è la volontà di affiancare ad un cambiamento grafico, una trasformazione anche concettuale. La sfida maggiore per la redazione è oggi la realizzazione di un quotidiano sempre più multimediale. Ogni articolo è corredato di link che riportano a foto, video, audio, altri articoli di argomento affine, blog, e chi più ne ha più ne metta. Novità che va in questa direzione è il quotidiano digitale, che è possibile sfogliare cliccando sul link in alto a sinistra e segnalato da un piccolo riquadro rosso con la scritta “new”. Servizio nuovissimo (e a pagamento) per Repubblica.it e i suoi utenti, ma che in realtà è già stato superato. Su elmundo.es (quotidiano spagnolo) è possibile non solo sfogliare il giornale, ma anche vedere dei video cliccando sulla foto a corredo dell’articolo (anche qui il servizio è a pagamento). Insomma sempre più spazio viene dato ad elementi multimediali come foto e video, mentre si riduce giorno per giorno il testo, quello che dovrebbe essere l’articolo vero e proprio.
3.1. Repubblica.it VS Corriere.it
Repubblica.it | Corriere.it |
Sviluppo orizzontale (consente di visualizzare meglio la pagina sullo schermo del cellulare) | Sviluppo verticale |
La Home page è più leggera, diretta, semplice | La Home page è molto più carica di elementi, che la rendono più difficile da navigare |
giovedì 29 aprile 2010
Com'era, com'è: la Repubblica.
Ora veniamo a noi: perché il titolo di questo post? Ebbene anche i giornali on-line cambiano e anche Repubblica.it ha deciso di rinnovare il suo aspetto. Per far piacere ai suoi lettori probabilmente. Ma facciamocelo spiegare proprio da un giornalista di Repubblica il perché e come, leggendo l’articolo pubblicato sul sito proprio per tale occasione.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/20/news/nuova_pagina-3472646/
Una nuova veste grafica quindi, ma neanche troppo diversa rispetto alla “vecchia”.
La "vecchia" Repubblica.it
La "nuova" Repubblica.it
SECONDA LEZIONE: giornalismo, tradizionale o digitale?
Il dilagare di computer e affini ha fatto si che tutte le fasi di realizzazione del giornale passino attraverso tecnologie più o meno innovative. È cambiato il mezzo attraverso il quale dare notizia, ma con esso anche il modo di fare informazione. Oggi sempre di più il giornale tradizionale deve “combattere” con la velocità del web: l’informazione raccolta viene diffusa in tempo reale e prima la si pubblica meglio è. L’importante è battere il concorrente sul tempo, anche solo di pochi minuti. Per questo la stampa di un mezzo d’informazione tradizionale è divenuta sempre più desueta e complessa: rimane la volontà di informare il proprio pubblico di lettori, ma a volte con la consapevolezza che quelle stesse informazioni posso essere già state lette sul web il giorno prima e siano ormai “vecchie”. La difficoltà di dare informazioni sempre nuove, deve essere compensata dalla creatività degli autori.
Perché nascono più giornali digitali che cartacei? I motivi sono molteplici. Ad esempio per chi decide di fare giornalismo on-line risulta più semplice scrivere e pubblicare le proprie idee: la rete favorisce una maggiore democratizzazione della notizia, tutti infatti possono scrivere sul web, ognuno responsabile delle proprie parole. Internet dà quelle possibilità in più che il giornale cartaceo non concede. Se a questo poi si aggiunge la maggiore facilità con cui è possibile pubblicare un quotidiano on-line rispetto ad uno cartaceo, se ne capisce ulteriormente il motivo. La rete infatti consente di non avere quei costi che, per necessità, ha invece un giornale cartaceo.
Come si scrive su un giornale on-line? Non esiste in realtà un vero e proprio metodo, ciò che però è sempre bene considerare è la necessità di sintesi. Poche righe e subito on-line. Senza pensarci troppo. Ed è proprio per questo che si possono notare fra siti d’informazione differenti, similitudini (se non uguaglianze) fin troppo evidenti. Nell’informazione on-line a volte battere il concorrente è la cosa che conta di più, tanto da fornire notizie copiate e incollate senza pudore da altri siti (solitamente agenzie di stampa), non controllando neppure l’esattezza della notizia, ne tanto meno le parole che vi sono riportate. L’eccesso di sintesi e di velocità non permette nemmeno di aggiungere poche righe allo scarno articolo. L’importante è dare la notizia, l’approfondimento si lascia alla volontà del lettore. Non è un caso quindi che giornali e agenzie di stampa abbiano la stessa home page!
mercoledì 21 aprile 2010
PRIMA LEZIONE: i blog e internet.
E' molto importante al giorno d'oggi che i giovani, ma non solo, conoscano il Web, ma è più fondamentale che lo sappiano usare nel modo corretto! Internet ci pone di fronte ad una molteplicità di fonti, tra le quali dobbiamo imparare a selezionare ciò che ci interessa. Ma soprattutto dovremmo imparare a non fermarci alla ricerca più semplice, bensì approfondire le nostre conoscenze attraverso l'uso di fonti e siti internet in alcuni casi diversi dal solito. Esempio a tal proposito, si può portare citanto il sito EUROPEANA: la biblioteca digitale europea è gratuita e ti collega ad un numero enorme di oggetti digitali (immagini, testi, suoni, video). Tuttavia la difficoltà di accesso rispetto a Wikipedia e ai tradizionali motori di ricerca, fa si che sia meno consultata.
INFORMATICA!
sabato 17 aprile 2010
Salve a tutti!
Grazie!