mercoledì 16 giugno 2010

APPROFONDIMENTO: comunicazione istituzionale. La Feltrinelli.

Il sito della Feltrinelli è, a mio parere, ben fatto. Il logo è posizionato il alto a sinistra, in realtà non molto visibile, o quanto meno non è la prima cosa che salta all'occhio. Ma il colore rosso, tipico dell'azienda, coinvolge ogni elemento del sito, dallo sfondo ai link, dai numeri alle frecce, sottolineando e ricordandoci dove siamo! Del resto il sito risulta di facile usabilità: le "etichette" che riportano alle sezioni Libri, Musica, Games, ecc. presenti in alto, sono ben visibili e posso essere visitate anche continuando lo scrolling della pagina; la stringa che permette di effettuare la ricerca è molto semplice e, attraverso un menù a tendina, permette di scegliere se effettuare la ricerca su tutto il sito o solo in alcune sezioni. Non c' è un link specifico che rimanda alla mappa del sito, ma questa è presente in fondo alla home page. Quindi, cliccando sul link "Il gruppo" è raccontata la storia del gruppo Feltrinelli e specificata la mission aziendale: "la Feltrinelli, un volto solo dalle molteplici anime, tutte da scoprire!".

sabato 12 giugno 2010

ULTIMA LEZIONE: assenza...

Mi spiace aver perso proprio l'ultima lezione, ma so che potrò contare sui miei compagni per recuperare tutto quello che mi sono persa! GRAZIE!

SESTA LEZIONE: comunicazione politica.

Nella lezione di oggi abbiamo parlato di COMUNICAZIONE POLITICA. Troppo ampio come argomento direte voi, bè certamente non semplice! Ma andiamo con ordine. Che cos'è la Comunicazione Politica? O meglio, di cosa si occupa? La Comunicazione Politica punta ad un risultato ben preciso: la creazione del consenso. Mica facile però! Nonostante tutti possano partire da una base comune, diventa fondamentale per il leader di un partito politico (ma non solo) circondarsi di figure professionali capaci, di un vero e proprio staff che sappia usare con cura e maestria l'arte della parola, ma anche dei suoni e delle immagini, nonchè certo del nostro "amico" internet. Interattività, blog, creazione di sondaggi, mnitoraggio del web, ecc. sono solo alcuni dei tantissimi strumenti in mano ad uno staff di comunicazione. Solo in questo modo, il leader sbaraglierà gli avversari e creerà intorno a se il consenso necessario, per essere creduto e votato.

Non a caso solo chi, nella storia, si è circondato di queste figure ha potuto vincere!

Stati Uniti. Nell'ultima battaglia per le presidenziali Barack Obama ha vinto superando il repubblicano John McCain, grazie soprattutto all'importanza data durante la campagna elettorale alla Comunicazione. L'attuale presidente degli USA viene spesso indicato come colui che ha cambiato ed innovato il modo di fare politica, ma non tutti sanno che dietro di lui ci sono centinai di collaboratori e professionisti: consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici, spie, ecc. e fra questi anche un ex-manager di Google. Citiamo poi una figura professionale nata con il web, il web-watcher, ovvero colui che controlla il web e tutte le informazioni che attraverso di esso raggiungono il grande publico degli utenti, questi "controllori del web" sono utilissimi per arginare le eventuali notizie anti-presidenziali e magari rivolgerle a suo favore. Tutti questi collaboratori insieme hanno saputo leggere il paese e rivolgere verso ogni loro diversità le attenzioni del candidato Obama per averne poi, certo, il voto. Ciò che ha caratterizzato tutta la campagna? Complicità, semplicità e trasparenza: più informazioni di me (e delle mie idee) ti dò, più informazioni potrò avere da te e su di te! E in base a tutte queste informazioni modellare, modificare la mia comunicazione.
Francia. Nicolas Sarkozy, attuale presidente francese, ha saputo anch'egli usare la rete a suo vantaggio durante la campagna elettorale, che lo ha portato all'Eliseo con un indice di gradimento pari al 70%. Tuttavia, una volta eletto non saputo sfruttare pienamente ciò che il suo staff aveva creato: la percentuale di gradimento è addirittura scesa al 27%. Insomma, quello che il presidente Sarkozy ha tralasciato è l'importanza, potremmo dire vitale della comunicazione, per chi come lui è un politico. Un errore imperdonabile, che gli è costato moltissimo!
Italia. Ma veniamo a noi. Ormai abbiamo capito che la logica comunicativa viene prima di ogni logica politica, ma forse chi ci governa non se n'è ancora accorto! In Italia le figure professionali citate sopra mancano del tutto, e non di certo perchè non possediamo le strutture e le capacità tecniche necessarie. Semplicemente, qui da noi si dà ancora troppa poca importanza al fattore comunicazione: invece di studiare e prendere spunto dagli esempi più brillanti e vincenti nel campo della comunicazione politica, rimaniamo immersi nel caos più totale! La comunicazione politica è davvero vincente quando è coltivata, è infatti impossibile riuscire a mantenere alto l'inidice di gradimento popolare per lungo tempo. Perchè la comunicazione di centro destra risulta più vincente, rispetto alla comunicazione di centro sinistra? E' molto semplice: il centro destra è stato in grado di creare messaggi positivi, che fanno leva sull'emotività, a volte ripetitivi e ridondanti, ma semplici e chiari, comprensibili ai più. Il centro sinistra, invece, con la volontà di informare gli elettori ha creato messaggi molteplici, ma troppo carichi di informazioni e soprattutto confusi, a volte addirittura contrastanti. Il chè non solo ha allontanato gli italiani, ma soprattutto ha agevolato il lavoro del governo, che grazie ad una migliore comunicazione ha saputo coinvolgere i più. Una comunicazione troppo autoreferenziale (sx) si è così scontrata con una comunicazione suadente ed efficiente.

Quali sono allora queste figure professionali. Vediamone alcune.
1. Portavoce: sono i delegati del leader, del quale riferiscono opioni e posizioni.
2. Spin Doctor: sono i consiglieri, il loro lavoro consiste nell'analizzare i comportamenti degli avversari, per capirne i movimenti e poter consigliare di conseguenza come è meglio muoversi.
3. Staff di comunicazione: mantiene i rapporti con i diversi mezzi di comunicazione.

Questi appena citati sono gli "strumenti" di mediazione, con le nuove tecnologie tutto salta. Il lavoro di mediazione non è più necessario, ma quindi viene al contempo a mancare la gestione della comunicazione: il candidato potrà usufruire egli stesso del mezzo internet, ma dovrà fare grande attenzione, qui ci sono maggiori rischi di fare brutte figure e basta poco per essere insultati. La "cultura della rete" non è ancora sufficientemente diffusa in Italia, questo vuol dire che siamo un pò indietro rispetto ad altri paesi, ma significa anche che abbiamo molto margine di miglioramento.

venerdì 28 maggio 2010

QUINTA LEZIONE: assenza...

Presto mi intrufolerò in qualche blog di un qualche compagno per carpire i "segreti" dell'ultima lezione. E quindi in anticipo, grazie!

DIRITTO D'AUTORE

Il Diritto d’autore (vedi Glossario) si sviluppa con leggi differenti nei diversi paesi, ma chi più chi meno, tutti ne puniscono la violazione. Ma allora perché non prevedere delle sanzioni anche per il web? Ebbene, in questo caso è davvero complesso: in molti paesi (come ad esempio l’Italia) non esiste ancora una legge precisa che gestisca il Diritto d’autore sul web. Negli ultimi anni è diventato sempre più difficile riuscire a definire i confini del “bene internet”, con tutte le sue sfaccettature, e proprio per questo risulta complesso realizzare delle leggi ad hoc. È però necessario colmare questo buco normativo, se si vuole tutelare la buona qualità del “servizio internet” e nel contempo, quindi, la buona offerta di chi attraverso di esso ci dà informazione.

QUARTA LEZIONE: informazione, gratuita o a pagamento?

Internet deve essere gratuito e a disposizione di tutti. Ma cosa ne pensate dei contenuti editoriali, devono essere gratuiti o a pagamento? Questo è uno dei grandi temi che negli ultimi anni sta coinvolgendo il mondo dell’editoria, e non solo. La diffusione sempre maggiore di internet, ha fatto si che sempre più persone si informino attraverso il web: quotidiani on-line, blog, social network, ecc. qualsiasi informazione è ormai reperibili sul web. Questo afflusso enorme di notizie, tuttavia lavora a discapito di quelle stesse testate giornalistiche che non solo hanno un loro sito internet, ma di cui è possibile reperire anche la versione cartacea. Il problema maggiore, infatti, è dei giornali che vedono sempre più diminuire le loro vendite. Ai giornali si aggiungono poi le case editrici: l’arrivo dei nuovissimi eBook, nonché dei loro supporti gli eReader (vedi definizione nella sezione Glossario), hanno dato un nuovo colpo al settore già in crisi dell’editoria. Insomma, a ragione possiamo dire che con il web tutto ciò che è cartaceo vede diminuire notevolmente la sua rilevanza. La necessità e la volontà di mantenere in vita un settore molto importante come quello dell’informazione, ha reso fondamentale riflettere su questo argomento: rendere, o no, a pagamento le notizie reperibili on-line? L’utente del web che c’è in ognuno di noi direbbe “NO!” a gran voce. Certo, dopo che ci si è abituati a sfruttare dei servizi in modo totalmente gratuito, è difficile pensare che le persone si adeguino a vederli diventare a pagamento. Bisogna poi pensare che, filosoficamente parlando, spazio e tempo (cioè ciò su cui in parte si basa il web) sono gratuiti, per cui la maggior parte delle opinioni va proprio in questa direzione, cioè in quella della gratuità. Idea concettualmente giusta, ma difficilmente applicabile. Anzi, possiamo dire che per chi lavora nel campo dell’editoria è un vero e proprio suicidio! Costa troppo realizzare un giornale per poter pensare di non far pagare le notizie on-line, nessuno con il passare del tempo comprerebbe più quotidiani e periodici. Già nel mondo sono stati fatti alcuni passi in questa direzione: prima o poi, con un processo più o meno lento nei diversi paesi, anche le news sul web verranno rese a pagamento. Del resto, riflettendo dal punto di vista del giornalista (ma si può estendere il discorso anche a scrittori e artisti), se egli è consapevole che il suo contributo editoriale non verrà pagato, perché dovrebbe impegnarsi per realizzare un articolo con la A maiuscola? Certo, questo è il compito del giornalista, ma siamo tutti d’accordo che a nessuno piace lavorare gratis, sicuramente non per tutta la vita! Insomma, probabilmente la scrittura dell’articolista cambierà, sarà più asciutta e il discorso meno approfondito. Subentra quindi in questo caso un problema non solo “economico”, ma anche etico.

Tutt’oggi non esiste per il web un modello giornalistico ben definito: troppa è ancora la confusione e troppe sono ancora le informazioni prodotte, il principio della gratuità del resto fa si che nessuno (giornalista o semplice utente) si risparmi nel fornirle, a discapito ancora una volta del contenuto. Ma i primi a sbagliare sono stati gli stessi editori: la corsa all’informazione dei i primi anni del web dettata dall’unica volontà di anticipare i giornali concorrenti, ha dato troppa libertà, che col tempo si è trasformata in quel flusso enorme di informazione che oggi ci travolge.

mercoledì 5 maggio 2010

Società di Rilevazione on-line: AUDIWEB.it

Audiweb, società che controlla e distribuisce i dati relativi alla audience on-line, fornisce i dati raccolti per il mese di marzo 2010. Qui sotto un breve estratto del relativo comunicato stampa, che è possibile leggere in versione integrale sul sito internet della società.

"Audiweb pubblica i dati di audience online del mese di marzo 2010, distribuendo agli operatori il planning database, con la stima dell’utilizzo di internet da casa, ufficio e altri luoghi da parte degli individui italiani di età compresa fra 2 e 74 anni.
Nel mese di marzo 2010 risultano 23 milioni gli utenti attivi, con un incremento dell’11,5%
rispetto allo stesso mese del 2009. 11,6 milioni gli utenti attivi nel giorno medio, con 1 ora e 38 minuti di tempo speso online quotidianamente e 180 pagine viste per persona. Rispetto al mese di marzo 2009, gli utenti attivi aumentano del 16,3% nel giorno medio e crescono sia le pagine viste, con un incremento del 12,4% rispetto al marzo 2009 (160 pagina viste per persona nel giorno medio), sia il tempo speso online per persona che aumenta del 4,3% (1 ora e 34 minuti, marzo 2009)."
 
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